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sommario




pubblicato da
PORRETTI Maria Grazia
(A050 - MATERIE LETTERARIE) 
26/06/2014 13:27:34

Aliano... e dintorni

Il viaggio culturale intrapreso con la lettura del libro di Carlo Levi, "Cristo si è fermato a Eboli", mi ha fatto riflettere su certi aspetti spesso accantonati poiché giudicati inutili, ma che ci spiegano quanto il sud dell'Italia sia rimasto indietro rispetto al resto della nazione. Nel libro Levi rileva l'arretratezza del popolo, vicina più alle credenze popolari che alle conoscenze culturali. Ecco, è proprio la mancanza di conoscenza che porta a questo fenomeno: la credenza nei draghi, negli spiriti dei bambini non battezzati (i cosiddetti "monachicchi"), nei vari metodi di cura degli ammalati tramite monete e foto di Santi protettori. Nonostante l'arretratezza mentale e culturale che sovrasta questa popolazione, in ogni personaggio descritto s’intravede un aspetto gentile, a volte un po' nascosto ma sempre presente, forse per compensare il grande divario culturale che c'era tra loro e il confinato Levi. Durante la lettura del libro ho notato soprattutto quest’aspetto, perché mi ha fatto riflettere sulla natura di simili gesti, semplici ma toccanti: i contadini si comportavano in quel modo pacato, sottomessi a un potere che non si faceva vedere, forse perché era la loro natura, o forse perché tentavano di giustificare una colpa che non era loro, quella di vivere in un meridione arretrato, lasciato a sé, dimenticato dal resto del mondo e dalla Storia. Tale situazione è visibile ancor di più nel film di Francesco Rosi che è stato tratto dal libro: ben costruito attorno alla vita quotidiana di Aliano, esso rappresenta in modo quasi eloquente la surreale situazione del paese e della gente che ci viveva e che si muoveva come un povero gregge sotto il comando del podestà.
La recente visita, effettuata a conclusione del percorso culturale proprio ad Aliano, mi ha stupito molto: il paesaggio che Levi ha descritto accuratamente, con la singola stradina che attraversa il paese e le case tutt'attorno, pare essere rimasto intatto in un tempo che sembra essersi bloccato. Le condizioni di vita sono indubbiamente migliorate, ma nell’atmosfera di questo paese è rimasto qualcosa che mi ha colpito, come se fossi stato “avvolto” da un’aria diversa, ricca di calma, di silenzio, di desolazione…
La visita ai luoghi in cui lo scrittore ha trascorso le proprie giornate ha significato per me un momento molto emozionante.
Nonostante la ricchezza di opere, fotografie e attrezzature utilizzate da Levi e presenti nella Pinacoteca, sono stato colpito maggiormente dal “vuoto” che era presente nella casa del confino nella quale, appena entrato , ho potuto constatare in quali condizioni Levi abbia dovuto effettivamente vivere ed ho ricostruito anche i luoghi delle attività quotidiane del confinato visitando la stanza in cui egli eseguiva le medicazioni agli alianesi.
In seguito, la visita del museo della civiltà contadina è stata la dimostrazione di quanto l’ambiente popolare fosse arretrato fino a poco meno di 100 anni fa. Qui ho avuto modo di comprendere quali fossero le reali condizioni di vita della gente del paese, grazie all’osservazione dei numerosi strumenti lì presenti e utilizzati dai contadini: l’attrezzatura per la produzione dell’olio, gli strumenti di uso quotidiano come piatti e pentole, il frantoio per la produzione dell’olio, le maschere che i contadini utilizzavano a carnevale, una festa alla quale essi ricorrevano per vendicarsi dei torti subiti da chi deteneva il potere del paese.

Ho apprezzato molto questo percorso culturale poiché mi ha fatto comprendere il problema meridionale descritto con gli occhi di una persona estranea a questo mondo, ma che è stato attratto dalla sua semplicità e ricchezza di valori. Grazie a questo libro ho compreso che progredire culturalmente è importante poiché consente di migliorare le proprie condizioni di vita e questo è un impegno che ognuno di noi dovrebbe assumersi: anche la nostra terra, il sud dell’Italia, merita gli stessi diritti di tutti i cittadini che fanno parte della stessa nazione.

Ciancia Nicola Stefano 4^A meccanica






pubblicato da
CORBO Antonio
(C270 - LABORATORIO DI ELETTROTECNICA) 
20/05/2014 13:47:50

"Unibas All Inclusive" - L'ISTITUTO "EINSTEIN DE LORENZO" PRESENTE

Una delegazione composta da 11 studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “ALBERT EINSTEIN –DE LORENZO” di Potenza accompagnati dal Prof. Corbo Antonio hanno partecipato all’ "Unibas All Inclusive” presentato oggi, a Potenza, nell'Aula Magna dell'Università, sui risultati delle attività del Servizio Disabilità e presentazione dell'offerta formativa. Con la partecipazione del Rettore Magnifico dell'Ateneo lucano, Mauro Fiorentino, il Direttore Generale Dott. Lorenzo Bochicchio, la responsabile del Servizio Disabilità Signora Filomena Lapenna e la docente Unibas Prof.ssa Paola D'Antonio.
“Unibas All Inclusive: percorsi d'inclusione sociale": si è trattato di un video-racconto, un "viaggio nell'anima di un Ateneo che cerca di rendere normale la diversità", realizzato per illustrare le attività e i risultati del Servizio Disabilità, il tutoraggio e le agevolazioni economiche per gli studenti disabili, e i dati dell'ultimo triennio. Nel video sono gli stessi studenti a raccontarsi, e a raccontare le loro esperienze nell'Ateneo e fuori, e il sostegno ricevuto dal Servizio Disabili in questi anni. Sono state illustrate le attrezzature che rendono l'Università della Basilicata una delle poche in Italia a possedere software, Pc, schermi e strumenti digitali specialistici.
Si ringrazia il Preside Prof. Rocco Colonnese che si è dimostrato per tutti questi anni sempre sensibile e attento alle problematiche della disabilità e che ha permesso e promosso la partecipazione convinta del nostro Istituto Scolastico alla bella iniziativa dell’Unibas.
L'Unibas è tra le prime Università in Italia per l'assistenza e le apparecchiature per i disabili
I dati e le attività del Servizio Disabili nel video "Unibas All Inclusive" con i racconti di chi ce l'ha fatta … anche "a sentire i tamburi"
L'Università della Basilicata è la prima, in Italia, per il numero e la tipologia di apparecchiature per facilitare i percorsi di studio dei disabili, con aule attrezzate, un servizio di tutoraggio personale "modellato" sulle scelte didattiche dello studente, oltre a varie forme di sostegno economico: i dati e le attività del Servizio Disabili sono stati illustrati in un video di 20 minuti circa, "Unibas All Inclusive",
Vincenzo ha sentito i tamburi, Giuseppe si è iscritto al master in Genetica forense, e Filomena si è laureata in Lingue, e ora punta a viaggiare nel mondo. Storie che appaiono ''normali''. E lo sono anche per loro: Vincenzo è sordo ma ha suonato i tamburi in un concerto, nelle pause tra un esame e l'altro, Giuseppe ha disabilità motorie ma crede nella giustizia, e per Filomena, non vedente con una grinta senza confini. E' tutto impresso nel video - distribuito nelle scuole del Mezzogiorno e alle associazioni nazionali di disabili - che descrive i progetti realizzati nell'ultimo triennio accademico. Li raccontano direttamente gli studenti disabili e i loro tutor, con la narrazione dell'attore e doppiatore Ennio Coltorti (''voce'' degli attori Usa Ben Kingsley, Willem Dafoe e Patrick Stewart): è un viaggio "nell'anima di un ateneo che cerca di rendere normale la diversità" come recita lo slogan del lungometraggio, con i riflettori accesi sugli esami superati, sulle difficoltà e sulle paure iniziali, "abbattute" con la conquista della laurea o l'accesso a master d'eccellenza. E' una sfida che l'Unibas prova a vincere mettendo a disposizione "tutor" specifici che seguono gli studenti disabili nel loro percorso di studi (in media di 1.850 ore l'anno), attraverso la dotazione di pc e apparecchiature all'avanguardia in Italia (l'Ateneo sarà l'unico al Centro-Sud ad acquistare un "Magnetofono" per la trascrizione del parlato e ad attivare un servizio di lettura dei libri, per gli "audiobook"). Ma anche nella vita di campus e sull'esperienza universitaria a 360 gradi, per ragazzi disabili che, all'inizio della loro avventura, non credevano possibile un simile percorso.
SERVIZI PER I DISABILI - Il Servizio Disabili nell'ultimo triennio ha permesso circa 5.600 ore di tutoraggio, con una media di 1.850 ore l'anno, durante le quali agli studenti "tutor", regolarmente retribuiti, sono stati affidati - in base alle competenze e ai corsi di laurea di appartenenza - i colleghi disabili (con disabilità superiore al 66 %), un centinaio in media ogni anno, che ne hanno fatto richiesta per seguirli nei loro percorsi di studio. Sarà attivato anche un servizio di lettura e registrazione dei testi di studio, per ottenere audiolibri.
ASSITENZA - Alla cooperativa Betania è stata affidata l’attività di assistenza, con servizi di accompagnamento e trasporto con automobile o pulmino attrezzato con pedana termoidraulica, di accompagnamento per gli spostamenti all’interno dei locali, di cura della persona e di supporto allo svolgimento delle necessità igieniche.
PC, SOFTWARE E ATTREZZATURE - L'Unibas ha aperto il "Giardino della Speranza", un'aula completamente attrezzata con 20 postazioni informatiche, studiate per essere utilizzate dai disabili, con software specifici e un'ampia dotazione di apparecchiature dedicate a non vedenti, ipovedenti, non udenti e a persone con disabilità motorie. L'Università dispone di lavagne interattive (utilizzabili anche con touch screen), tastiere "Big Keys" (con particolari tasti e mouse), video ingranditori (per facilitare la lettura dei testi), videocamera digitali e registratori vocali digitali con "Software Magic" (per ingrandire qualsiasi applicazione a schermo fino a 36x), un "Topaz desktop video magnifier", (video ingranditore a colori da tavolo). Nei prossimi mesi sarà acquistato un innovativo "Magnetofono 2.0" (Piattaforma web per la trascrizione del parlato), l'unico oggi disponibile nel Centro-Sud, e il terzo in Italia. .
IL MESSAGGIO - Accanto alle attività, il video contiene un messaggio chiaro: tutti possono farcela, e tutte le barriere sono abbattibili. Non solo nelle aule, ma fuori dal campus: è un messaggio alle future matricole, ma soprattutto alle loro famiglie. E' la ricerca stessa del concetto di normalità, prima, durante e dopo gli studi. Molti disabili hanno infatti partecipato anche alle attività extracurricolari dell'Ateneo. Ad esempio, a un concerto nel campus di Potenza: sul palco c'era proprio Vincenzo (rappresentante degli studenti disabili nell'Unibas, a un passo dalla laurea). Ha suonato le percussioni. E' sordo dalla nascita, ma durante le prove ha detto: "Ho sentito i tamburi". Una frase normale per tutti, che oggi è normale anche per lui.





 

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