pubblicato da FERRARA Annalisa (A050 - MATERIE LETTERARIE) 11/03/2013 18:19:28
|
“Canti d’amore e di guerra” per gli studenti dell’ Istituto di Istruzione Superiore "Einstein - De lorenzo”di Potenza Un grande successo ha riscosso il 7 marzo, presso l’Auditorium dell’Istituto Canossiane di Potenza, la compagnia ANILAM di Roma con il suo Recital “Canti d’amore e di guerra”.
In una continua dicotomia tra amore e guerra, Daniele e Ciro, gli attori della compagnia, rapsodi e guitti al tempo stesso, ispirati da Virgilio, Omero, Catullo, Petrarca, Prevert ed altri insigni interpreti delle sorti umane, hanno coinvolto discenti e docenti in un turbine di vere emozioni.
La tematica di fondo: l’esaltazione dell’Amore e della Fratellanza che riescono a prevaricare ogni destino funesto, è stata seguita partendo dal IX libro dell’Odissea per passare ai mille baci per Lesbia, del carme di Catullo e poi ritornare su Virgilio con l’Eneide. Il tutto è stato intervallato da canzoni aventi come tema il bacio: Ventiquattromila baci; Baciami piccina; Il tuo bacio è come il rock… . Ecco che, in un continuo andirivieni, attraverso i secoli della nostra storia, ci imbattiamo nel Petrarca che, con “Erano i capei d’oro a l’aura sparsi”, risulta antesignano dei cantautori di oggi. Ma chi meglio di Shakespeare può cantare l’amore istruendoci sull’ars amatoria? Non mancano, pertanto, il sonetto XXIII e Romeo e Giulietta.
Estremamente coinvolgente è stato il momento delle poesie di Ungaretti, introdotte dalla musica di De Andrè, “La guerra di Piero”, esplicita espressione del tema ispiratore: amore e guerra. La tragedia del conflitto, infatti, accomuna in un'unica sorte persone estranee e l’unica forza che le lega alla vita è l’Amore, per questo si chiameranno “Fratelli!”. Ma in subitanea ripresa la filosofia partenopea rallegra tutti e coinvolge con un corale “’O sole mio”. Il cor così rasserenato si incupisce nuovamente perché, d’un tratto, simulazioni sonore di guerra ed immagini di distruzione mutano in pieghe amare il sorriso rimasto sui nostri visi. Intanto, fuori campo, Daniele declama “Tre fiammiferi” di Prevert e Ciro ci distrae con “Perdere l’amore” di M. Ranieri. La rappresentazione ha suscitato in loco e poi anche in aula innumerevoli spunti di riflessione e tante considerazioni che forse, altrimenti, sarebbero rimaste in pectore, inespresse.
La donna angelo di Petrarca, ultraterrena e divina, adorata dal poeta come Madonna Laura, ha indotto i ragazzi a riflettere sulle donne di oggi, spesso violate fino al “femminicidio”, vera espressione di un amore non amore.
I brontolii degli anziani e gli scherni dei passanti alla vista di amori irraggiungibili, riportati da Catullo e Prevert, non hanno lasciato indifferente la platea che ha subito ravvisato in essi un sommo rimpianto e l’invito ad un carpe diem non meramente gaudente, ma pieno di palpiti di vita.
Ed udite, udite! I nostri giovani virgulti del XXI sec., proprio nell’era del T.V.B., hanno persino dialogato con Shakespeare, approvando l’idea dell’inadeguatezza delle parole che si fanno interpreti del dettato del cuore. “Non serve”, hanno affermato, “materializzare ciò che è impalpabile e tale deve rimanere”.
I “Fratelli” ungarettiani nel loro richiamo di fragilità ed i compagni di Ulisse, uniti contro Polifemo, pronti a perseguire lo scopo comune, hanno rievocato il concetto inossidabile di fratellanza, proprio quella del corbezzolo, del tricolore.
Io mi sono limitata a raccogliere le loro riflessioni, a stimolare ciò che in loro è in nuce, ma spero vivamente che questi giovani, tanti “Euriali” e “Pallanti”, non diventino altrettanti “Mezzenzi”, attesi al varco di un farisaico giudizio, pronto a rinfacciare loro gli errori nei quali sono stati gettati e l’ignoranza nella quale sono stati lasciati.
Classi: IC e IF Prof.ssa Annalisa Ferrara
|