pubblicato da COVIELLO Sergio (REL - RELIGIONE) 25/01/2016 17:47:39
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Vittime e carnefici. Immagini per non dimenticare Com’è ormai consuetudine, il nostro Istituto dà il giusto e doveroso spazio al tema della Shoah, attraverso alcune iniziative di sensibilizzazione e conoscenza, ed in modo particolare con una mostra fotografica allestita in occasione della Giornata della Memoria, a cura del prof. Vincenzo Bochicchio. Il tema continuerà ad essere “Vittime e carnefici. Immagini per non dimenticare”. Sarà possibile per tutti visitarla presso la sede di via Danzi a Potenza, tutti i giorni feriali dalle 10,30 alle 13,00 da martedi 27 gennaio 2016 a domenica 14 febbraio 2016. In occasione dell’Open Day di sabato 30 gennaio e 13 febbraio 2016, anche dalle 16,00 alle 19,00 e domenica 31 gennaio e 14 febbraio 2016 dalle 10,00 alle 13,00 e dalle 16,00 alle 19,00.
In casi del genere, potrebbe apparire scontata e ripetitiva la riproposizione di temi ed immagini del genere, e potrebbe sorgere la tentazione di sminuirne valore ed importanza. Nulla di più sbagliato.
Intanto siamo purtroppo consapevoli, come insegnanti, della superficiale conoscenza e consapevolezza che le nuove generazioni hanno di questa terribile pagina della nostra storia. “Mai l'universo aveva visto qualcosa di così spaventoso", ricordava Vasilji Grossman, giornalista e scrittore russo.
A questo dobbiamo purtroppo registrare un’abitudine al male, al degrado, alla sistematica violazione di diritti umani fondamentali, a violenza gratuita e ingiustificata, a giustificazioni e ridimensionamenti di atti e scelte di vita gravemente discutibili se non assolutamente illegali e ingiustificabili, a riproposizioni di razzismo, xenofobia e rigurgiti pericolosi di antiebraismo, che bombardano anche i nostri ragazzi e finiscono col produrre, molto più frequentemente di quanto si possa immaginare, una sorta di anestetizzazione delle coscienze. "Vorrei che i giovani si interessassero alla mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapere opporsi a violenze del genere", scriveva Giorgio Perlasca, imprenditore italiano eletto "Giusto tra le Nazioni". E’ forte il rischio, inoltre, di considerare la Shoah come una pagina sì dolorosa, ma da leggere in modo assolutamente distaccato e deresponsabilizzato, come un fatto del passato che ha riguardato uomini cattivi e ideologie barbare del passato, che oggi non ha più ricadute se non in film, libri (ahimè poco letti), mostre. Si fatica a percepire che se è successo può ripetersi, a prendere coscienza di ciò che è stato, perché davvero non si ceda mai più a simili sconfitte dell’umanità. La sfida consiste proprio nell’aiutare i nostri ragazzi a comprendere il profondo nesso tra quella tragedia, giustamente considerata male assoluto (a dispetto di quanti, ancor oggi, sciaguratamente, cercano di negarla o ridimensionarla!) e le innumerevoli traduzioni odierne, nella nostra storia contemporanea, segnata e attraversata da guerre etniche, fondamentalismi organizzati e sanguinari, stragi e genocidi di povera gente che fugge da persecuzioni e miseria, riduzione a merce della vita umana e sfruttamenti indegni dei più poveri, piccoli e indifesi. Scriveva il card. Carlo Maria Martini: “E’ superfluo ricordare quanto la Scuola e l’Università siano chiamate a educare al dialogo, al confronto sereno, per aiutare a riflettere motivatamente sui gravi problemi in discussione a livello internazionale. Soprattutto occorrerà educare a gesti, pensieri e parole di perdono, di comprensione e di pace, usando tolleranza zero per ogni azione che esprima sentimenti di xenofobia, di antisemitismo, di minor rispetto di qualunque sentimento e tradizione religiosa.”
Per questo motivo iniziative di questo tipo vanno sottolineate ed accolte con grande attenzione e, mi sia permesso, anche gratitudine verso chi non si stanca di riproporle ridestando dal torpore e dall’assuefazione quanti, giovani e meno giovani, si accostino a questo tema con superficialità, banalità o addirittura senso di “fastidio”.
Il 17 gennaio 2016, papa Francesco in visita ufficiale alla comunità ebraica della sinagoga di Roma, così si esprimeva, ricordando fra l’altro che la Schoah ha riguardato da vicino anche la nostra nazione: “Il popolo ebraico, nella sua storia, ha dovuto sperimentare la violenza e la persecuzione, fino allo sterminio degli ebrei europei durante la Shoah. Sei milioni di persone, solo perché appartenenti al popolo ebraico, sono state vittime della più disumana barbarie, perpetrata in nome di un’ideologia che voleva sostituire l’uomo a Dio. Il 16 ottobre 1943, oltre mille uomini, donne e bambini della comunità ebraica di Roma furono deportati ad Auschwitz. Oggi desidero ricordarli con il cuore, in modo particolare: le loro sofferenze, le loro angosce, le loro lacrime non devono mai essere dimenticate. E il passato ci deve servire da lezione per il presente e per il futuro. La Shoah ci insegna che occorre sempre massima vigilanza, per poter intervenire tempestivamente in difesa della dignità umana e della pace.”
Sia questo il nostro ricordo, il nostro impegno, la nostra preghiera.
Vi aspettiamo alla mostra e vi chiediamo di invitare i vostri amici e le vostre famiglie.
Prof. Sergio Coviello.
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