Luci d''Artista
pubblicato da PORRETTI Maria Grazia (A012 - Discipline letterarie negli istituti di istr 22/12/2018 13:52:36
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Salerno: tra luci della ribalta e luci d’artista… Partecipare ad uno spettacolo teatrale fuori regione, non ci era mai capitato, e quest’anno, con altre sei classi del nostro istituto, il 14 Dicembre abbiamo avuto questa possibilità per andare ad assistere allo spettacolo che metteva in scena la novella “Rosso Malpelo’’. Giovanni Verga, il suo autore, è considerato il maggior esponente della corrente letteraria italiana del Verismo, sviluppatasi nella seconda metà dell’Ottocento. La novella a cui abbiamo assistito a teatro è considerata la prima vera testimonianza verista di Verga.
Narra di un ragazzo con i capelli rossi che lavora in una cava di rena rossa e, a causa della mentalità di allora, frutto dei pregiudizi sociali, viene emarginato da tutti anche dalla madre e dalla sorella tranne che dal padre, Mastro Misciu dopo la cui morte, alla cava va a lavorare Ranocchio, chiamato così per il suo modo di camminare. Malpelo cerca di proteggerlo anche se lo tratta in modo crudele perché, secondo lui, Ranocchio non era in grado di lavorare alla cava perché era ancora piccolo e giocava con i “pupi”, marionette usate nei teatri siciliani. Dopo poco tempo si ammala, muore e a lui subentra l’evaso dalla prigione. Malpelo, ormai rassegnatosi alla sua pessima vita, accetta di esplorare un nuovo tunnel, incarico pericolosissimo che nessuno voleva accettare per non perdersi e morire là dentro. In questa novella Verga esprime tutto il suo pessimismo considerando i deboli e i miseri condannati a nessuna speranza di vedere migliorare il proprio destino, ma lo spettacolo, con la sua rielaborazione, è riuscito a trasmetterci una prospettiva diversa poiché il regista, che è anche l’interprete del protagonista della vicenda, ci ha fatto capire che sta a noi scegliere il nostro destino e cambiarlo con impegno e tenacia.
Abbiamo anche visitato il complesso archeologico di San Pietro a Corte che si trova nel centro storico di Salerno. E’un ambiente che fa riferimento all’area archeologica risalente al I secolo d.C. in cui abbiamo notato il frigidarium (per l’acqua fredda) e il calidarium (per la calda) appartenenti alle antiche terme romane. La zona del frigidarium fu riutilizzata nel V secolo da una comunità di cristiani che la adibirono a ecclesia con annesso cimitero. Nel tempo si sono sovrapposti altri stili architettonici dipendenti dalle varie dominazioni che ha subìto fino al 1700 circa e, nel 1937 la cappella divenne bottega di un fabbro.
La guida ci ha portati a visitare anche il duomo di Salerno costruito in stile romanico nell'XI secolo e più volte modificato, con diverse aggiunte barocche. Il campanile, di grande valore storico ed artistico, è un'importante testimonianza della fusione del periodo arabo-normanno e che ha ben otto campane. Il duomo di Salerno fu costruito sulle rovine di un tempio romano tra il 1080 ed il 1085 dopo la conquista della città da parte di Roberto il Guiscardo d'Altavilla, un condottiero normanno che fu investito da papa Niccolò II del titolo di Duca di Puglia e Calabria e Signore di Sicilia. La cattedrale fu consacrata nel giugno del 1084 dal papa Gregorio VII e ampliata successivamente con il ritrovamento delle spoglie di san Matteo, venute alla luce il 4 maggio 954.
Sia la parte interna che la cripta, in cui sono conservate le spoglie di San Matteo, sono di grande valore artistico e ci hanno dato l’immagine dello stile Barocco in tutta la sua bellezza e ricchezza.
Anche il portale della facciata e il quadriportico ci hanno mostrato uno spettacolo molto interessante e nei pressi della Porta in Bronzo, che un tempo era ricoperta in oro e argento, la guida ci ha fatto notare che sono incisi su una lapide quattro versi di una poesia che G. D’Annunzio dedicò alla Cattedrale.
Nel tardo pomeriggio abbiamo visitato le famose luminarie natalizie o “Luci d’Artista” che fanno brillare la città in ogni vicolo e che di anno in anno sono diverse perché sono a tema, quest’anno è stato scelto “Mare, Mito e La Divina Costiera” e la Villa Comunale si è trasformata in un vero e proprio acquario”.
E’stata una bella esperienza, una crescita culturale grazie alla guida e ai professori presenti quel giorno che hanno contribuito a far arricchire il nostro bagaglio di esperienza facendoci comprendere il valore di quegli edifici storici posizionati a non molti chilometri di distanza da noi.
Gli alunni della 5 A Meccanica
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