Un momento del seminario del 23. 04 2015
pubblicato da MONTANO Rocchina (A013 - CHIMICA E TECNOLOGIE CHIMICHE) 30/04/2015 09:22:29
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SOSTENIBILITA' AMBIENTALE - INQUINAMENTO E RIFIUTI L'inquinamento dell'aria, della terra e dell'acqua sta ormai coinvolgendo l'intero pianeta, ed è evidente come la non curanza di queste problematiche, da parte di ognuno di noi, stia lentamente modificando e devastando l'intero sistema ecologico della Terra.
In questi ultimi due secoli nei paesi ricchi e sviluppati, il "progresso", ha influito pesantemente sull'ambiente, procurando conseguenze anche drammatiche per la stessa sopravvivenza dell'uomo; si è, infatti, passati ad un mondo costituito più di cemento che di "verde" e soprattutto a stili di vita caratterizzati da esigenze, sia individuali sia comuni, sempre più elevate.
Per migliorare la situazione attuale è essenziale che sia proprio la collettività a mobilitarsi per trovare delle soluzioni valide come il riciclaggio dei rifiuti, che fa sì che una parte dei nostri scarti possa essere riutilizzata.
La nostra è diventata anche una società "dell'usa e getta", si utilizzano sempre di più materiali di carta o di plastica che indubbiamente sono più pratici e igienici ma d'altra parte aumentano il volume dei rifiuti che già produciamo periodicamente.
Un'inopportuna e scorretta "intromissione" nella Gestione Integrata del Ciclo dei Rifiuti comporta, in molti casi, delle alterazioni ambientali che possono compromette l' ecosistema di interi territori. In tale ambito, tra le principali cause d' inquinamento ambientale ci sono:
- operazioni di scarico di acque reflue e fanghi non conformi alle leggi derivanti da attività industriali;
- utilizzo improprio di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti;
- abbandono indiscriminato di materiali non degradabili e nocivi.
L'ecosistema di mari, fiumi e parchi, in simili condizioni, viene compromesso dai diversi fattori inquinanti prodotti e fatti penetrare nell'ambiente. Negli ultimi anni l'Unione Europea ha sviluppato e promosso una strategia comunitaria al fine di ridurre gli effetti negativi sulla natura del ciclo dei rifiuti, indicando delle specifiche priorità d'intervento ad ampio raggio quali:
- sviluppare "tecnologie pulite" per risparmiare risorse, prevenire emissioni di biogas e riutilizzare gli scarti;
- ideare e mettere in commercio prodotti che diano un contributo minimo alla produzione di rifiuti e all'inquinamento;
- implementare le valutazioni d' impatto ambientale ”VAS” di ogni prodotto durante il suo intero ciclo vitale;
- promuovere accordi e programmi per prevenire e ridurre la quantità e pericolosità dei rifiuti;
- incentivare il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio dei rifiuti;
- sostenere il trattamento dei rifiuti volto alla produzione di energia.
Attraverso questo progetto vogliamo porre l’attenzione su un particolare materiale di riciclo, l’alluminio.
Da molti anni, ormai, l’industria italiana del riciclo dell’alluminio detiene una posizione di rilievo nel panorama mondiale per quantità di materiale riciclato.
Il nostro Paese è infatti terzo al Mondo assieme alla Germania dopo Stati Uniti e Giappone.
L’alluminio possiede caratteristiche ottimali per il riciclo: può essere riciclato al 100% e riutilizzato all’infinito per dare vita ogni volta a nuovi prodotti.
Circa il 90% dell’alluminio prodotto nel nostro Paese proviene dal riciclo e non differisce per nulla da quello ottenuto dal minerale originale poiché le caratteristiche fondamentali del metallo rimangono invariate.
Bisogna sapere che gli elettrodomestici: Lavatrici, frigoriferi, televisori e altre apparecchiature elettroniche, che provengono quasi sempre da ambienti domestici e che spesso vengono lasciati ai margini delle strade da cittadini a dir poco incivili e di certo poco informati sulle conseguenze di inquinamento ambientale per i materiali e le tecnologie che vengono impiegate, contengono spesso dei componenti molto inquinanti come metalli, gas, vernici, ecc. Proprio per questo, lo Stato, ha emanato un decreto, chiamato "uno contro uno", che ne garantisce lo smaltimento a carico dei distributori senza costi aggiuntivi. Dalla famiglia dei"RAEE" (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche), è possibile recuperare: alluminio, ferro, vetro, rame, parti elettroniche che opportunamente trattate, possono dare vita, ad altri oggetti e rientrare quindi nel ciclo economico. Senza dimenticare che nel caso di alcuni RAEE, quali per esempio computer o telefoni cellulari, spesso vengono eliminati prima che sia concluso il loro ciclo di vita, per il solo fatto che sono tecnologicamente superati.
I rifiuti oggi vanno certamente ritenuti una risorsa. Perchè tuttavia essi possono davvero rivestire questo ruolo decisivo per la società, è necessario inanzitutto buon senso e competenza di chi traduce in legge i provvedimenti. A tal proposito il Consiglio Nazionale dei Chimici ha scritto alla Commisione Europea, proprio per ricorrere contro una malintesa concezione di rifiuto pericoloso , in particolare del principio di precauzione , in base al quale , quando i componenti di un rifiuto sono determinati in modo aspecifico e perciò non sono noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto, devono essere presi come riferimento i composti peggiori. Una impostazione che porterebbe a conseguenze ridicole: un rifiuto, ad esempio, che contiene del sale da cucina potrebbe essere classificato pericoloso a causa del cloro, che allo stato gassoso è tossico ( ma certamente non come ione nel cloruro sodico!).
Siamo ben favorevoli a modalita innovative di gestione dei rifiuti purchè sostenibili, dal punto di vista ambientale, economico e nella modalità di realizzazione. Quando questo non accade a rimetterci sono proprio lavoratori e cittadini perchè i primi a pagare le conseguenze di attività, anche imprenditoriali, fragili e d'incerta solidità scentifica.
Lontano dai modelli nordeuropei, ma alla ricerca della sua strada verso una sempre maggiore sostenibilità, l'Italia dei rifiuti si affida ancora troppo alla discarica. Eppure, la raccolta differenziata, sebbene al di sotto dei parametri dettati, è in aumento. Secondo una ricerca, nel 2013 la produzione nazionale di rifiuti urbani è stata di circa 29,6 milioni di tonnelate, quasi 400mila tonnelate in meno rispetto al 2012. Una diminuizione è dovuta, anche, purtroppo a fattori economici, ma sopratutto alla diffusione di sistemi di raccolta differenziata, alla diminuizione delle quote relative ai rifiuti assimilati e alle azioni di riduzione alla fonte. Infatti, il tasso di raccolta differenziata è inversamente proporzionale alla produzione di rifiuti urbani. Su questo fronte la legge 296/2006 stabiliva gli obbiettivi da raggiungere, come ad esempio il 35% di RD al 31 dicembre 2006 e il 65% al 31 dicembre 2012. Insomma, una crescita graduale, ma dalla teoria alla pratica qualcosa non ha funzionato. Nel 2013, infatti, il tasso si è fermato al 42,3% che, sebbene in crescita di 2 punti sul 2012, non permette al nostro paese di raggiungere ancora neanche l'obbiettivo del 2008, ovvero 45%. Ai vertici della classifica dei territori più sostenibili, con quasi il 65% di raccolta differenziata sono: Veneto e Trentino Alto Adige.
Agli ultimi posti troviamo: Calabria e Sicilia con meno del 15%. Ma a fugare ogni clichè sul Sud Italia, ci pensa la Campania che è passata dal 29% al 44% dal 2009 al 2013, si assesta insieme la Valle d'Aosta al centro della graduatoria, più in alto di Liguria e Toscana. A dimostrazione che essere virtuosi non è un fatto geografico.
Noi studenti, infine, ringraziamo e ci impegnamo nel sostegno degli ideali di tale progetto, esteso sia ai ragazzi che agli adulti, ritenendolo indispensabile per il miglioramento della personale etica civile, al fine di salvaguardare il nostro patrimonio ecologico, oggi purtroppo sempre più martoriato, per noi stessi e per chi verrà dopo di noi!
Claps, Lanzi, Lavinia, Manzi , Nigro, Rosa e Santangelo
Classe IV sez. E
Indirizzo Chimica, Materiali e Biotecnologie
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