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sommario





Terroristi armati di kalashnikov in viaggio verso Parigi



pubblicato da
PORRETTI Maria Grazia
(A050 - MATERIE LETTERARIE) 
11/01/2016 13:22:17

LA NUOVA MINACCIA DEL XXI SECOLO

La serie di brutali attentati che, nella notte del 13 novembre 2015, ha stroncato più di 200 vite non è altro che l’ennesimo attacco all’ Occidente da parte dei fondamentalisti islamici di matrice jihadista ovvero di combattenti pronti a tutto, anche a morire, pur di onorare la legge islamica della shari’a. Sin dalla nascita della religione musulmana, termine che deriva da “muslim” cioè sottomesso a Dio, gli islamici praticavano la jihad, cioè la cosiddetta guerra santa che doveva servire a convertire gli infedeli alla religione islamica, ma la parola “infedeli”, nel 622, non indicava coloro che appartenevano alle altre due religioni rivelate cioè l’Ebraismo e il Cristianesimo che erano tollerate sul suolo dell’impero Arabo, ma identificava chi credeva nelle antiche religioni animiste e politeiste e che dovevano convertirsi al monoteismo degli islamici predicato da Maometto. Con il passare del tempo si verificò uno scisma all’interno della stessa religione musulmana che si separò in due differenti fazioni religiose ovvero gli sciiti e i sunniti i cui contrasti sono molto accesi ancora oggi. Da questa breve premessa di carattere storico sulla religione islamica, si può dedurre che il terrorismo odierno e l’odio verso l’Occidente sono aspetti che non hanno assolutamente a che fare con il Corano, utilizzato dai fondamentalisti per giustificare la strategia di terrore adottata dall’ISIS e da altri gruppi terroristici.
La massiccia immigrazione e i numerosi attentati verificatisi in Europa durante questi ultimi anni stanno progressivamente mutando il nostro modo di vivere: ormai si ha sempre più paura quando ci si trova nei luoghi pubblici o quando si vedono immigrati per le nostre strade e ciò porta a generalizzare e ad ostacolare l’integrazione di chi viene a vivere nel nostro paese tanto che, spesso, giovani musulmani europei ,cresciuti come tutti gli altri ragazzi ma non integrati pienamente nella nostra società, si uniscono a quelli dell’ ISIS per combattere l’Occidente, il luogo da dove provengono, che diventa l’obiettivo dei loro piani di morte. La colpa non è da attribuire completamente a chi realizza stragi nei luoghi pubblici perché questa è solo una conseguenza della mancata integrazione e, probabilmente, del dominio da parte degli stati occidentali a danno degli stati arabi che per molti decenni sono stati sfruttati e manipolati per motivi strettamente economici. La supremazia dell’uomo bianco perpetrata nei secoli passati sui popoli considerati inferiori rispetto a quelli che abitano nel vecchio continente, ha posto le basi per la “guerra tra razze” e quel male che è sempre stato considerato distante dalla nostra società oggi è vicino più che mai.
I capi di stato che si riuniscono per parlare della nuova minaccia del XXI secolo non riescono a trovare accordi e a coalizzarsi per affrontare il problema del terrorismo, sicuramente perché di mezzo vi sono sempre questioni economiche; per esempio, il medio oriente presenta vasti giacimenti di petrolio nel sottosuolo alcuni dei quali sono sotto il controllo di molti stati occidentali. Il problema riguarda tutti, purtroppo, anche se la società capitalistica dei consumi di massa porta a distrarre da ciò che accade al di fuori dell’Europa che è così distante dalla povertà e dalla guerra. Il futuro è incerto perché, per ora, il dialogo tra occidente e oriente è molto difficile, ma ciò che bisogna fare è garantire una migliore integrazione e, allo stesso tempo, garantire i controlli alle frontiere evitando di far entrare in Europa gente pericolosa.
Bisogna ampliare il dialogo tra culture differenti e combattere la xenofobia e il razzismo che da sempre sono cause di guerra. L’islamofobia crescente si può paragonare all’ antisemitismo degli anni passati. La gente che viene nel nostro paese non deve abbandonare le proprie radici ma deve cambiare il proprio stile di vita e adattarsi alle norme che regolano la nostra società democratica fatta di valori che hanno radici più antiche dell’islam stesso. Non avere paura e garantire l’integrazione sono gli obiettivi che gli stati occidentali devono raggiungere perché la paura porta all’odio e i bombardamenti sono ciò che dà voce al terrore perché, anche se a ciò non diamo importanza, sotto i raid rimangono vittime persone come noi.

Gli alunni della 5 A Meccanica







FIRMA DELLA DIRIGENTE SCOLASTICA Prof.ssa Giovanna Sardone



pubblicato da
CORBO Antonio
(C270 - LABORATORIO DI ELETTROTECNICA) 
06/01/2016 21:07:52

UN EVENTO NAZIONALE E UNICO

L’Istituto di Istruzione Superiore "Einstein - De Lorenzo” di Potenza il giorno 22 dicembre 2015 nell’Aula Magna di Via Sicilia, alle ore 11:30 ha organizzato un incontro per ufficializzare un evento esclusivo a livello nazionale: la sottoscrizione di una Convenzione tra questa Scuola e il Dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia dell’Università degli Studi della Basilicata.
La Convenzione non è stata un generico Protocollo di Intesa ma ha previsto l’avvio di un rapporto sinergico tra Scuola e Università, focalizzato sul nostro indirizzo di Informatica (un corso di studi assai giovane, tanto da non avere ancora diplomato studenti perché attualmente presente fino al 4° anno) con lo scopo di calibrare le competenze scolastiche con quelle del mondo universitario del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Informatiche dell’UNIBAS. Bisogna dire che a livello nazionale, non risultano Intese di questo genere.
L’iniziativa nasce dall’intuizione della Preside di questa scuola, prof.ssa Giovanna Sardone quando, un anno fa, ne ha assunta la dirigenza. La sua vision dirigenziale, al passo con i tempi e coerente con la recente Riforma della scuola secondaria di secondo grado, di cui alla Legge 107/2015 (altrimenti definita La Buona Scuola), ha determinato una riorganizzazione scolastica e didattica, improntata sullo sviluppo delle “competenze” e volta a superare “l’insegnamento per contenuti”.
Tutto ciò in favore del successo formativo degli studenti e a garanzia delle pari opportunità da offrire.
Ha creato un Organigramma di Istituto strutturato in Sottodipartimenti e Dipartimenti convergenti verso un gruppo Interdipartimentale, fulcro delle azioni interdisciplinari da trasferire nelle Classi Parallele (tutte le 1e, 2e, 3e, 4e, 5e), affinché la Progettazione di Istituto trovasse effettivamente applicazione e senza distinzioni di offerta formativa tra classi/alunni, se non per lo specifico indirizzo di studi (v. carta intestata) atto a connotare il singolare profilo di uscita nei nostri allievi.
Parallelamente a tale modalità organizzativa, già dal mese di novembre 2014, la Dirigente Sardone si è adoperata per creare uno stretto raccordo con il mondo occupazionale ed universitario.
Se la collaborazione con il mondo del lavoro ha dato i suoi frutti, anche attraverso l’adesione all’Avviso Pubblico della Regione Basilicata “Buone pratiche e progetti di valenza scientifica e culturale realizzati dagli Istituti Scolastici della Basilicata” che ha permesso di realizzare il prototipo EC 14 (Electric Card 2014), una splendida macchina elettrica interamente costruita dagli allievi (da ammirare nello spazio antistante alla presidenza), grazie alla disponibilità della Sulzer Sud di Tito (azienda del settore dell’Automotiv di Basilicata) di ospitare gli studenti in azienda, per una formazione “sul campo”, a livello accademico quale migliore condizione offrire ai nostri studenti?
L’idea innovativa della nostra Preside Sardone è stata quella di promuovere il riconoscimento di Crediti Formativi Universitari (CFU) ai nostri allievi che si fossero iscritti all’UNIBAS.
Ciò avrebbe creato un canale privilegiato tendente a scoraggiare la “migrazione” degli adolescenti lucani verso altre Università, onde favorire lo sviluppo del nostro Territorio.
La proposta veniva inoltrata sia al Dipartimento di Informatica che a quello di Chimica, con un recente contatto anche con la Scuola di Ingegneria, sebbene già per la realizzazione della EC 14 la scuola avesse fatto ricorso alle competenze universitarie di un docente della predetta Scuola dell’Università della Basilicata, per formare gli allievi impegnati nel progetto di costruzione della macchinina.
Ebbene, a distanza di un anno, anche l’idea di creare un ponte tra Scuola e Università ha preso forma.
Attraverso la Convenzione in oggetto -siglata dal Dirigente Scolastico Prof.ssa Giovanna Sardone e dal Direttore del Dipartimento di Informatica dell’UNIBAS, Prof. Onofrio Mario Di Vincenzo - si vuole istituzionalizzare l’impegno dei docenti scolastici e quelli universitari nel lavorare, congiuntamente, per definire gli obiettivi delle discipline curricolari di ambito informatico e per costruire il relativo materiale didattico.
Saranno organizzate attività extracurricolari su contenuti propedeutici alle discipline previste nell’offerta formativa del Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Informatiche dell’Università della Basilicata, rivolte agli studenti delle classi 3e -4 e -5 e di questo Istituto.
In tal caso, gli allievi sosterranno una verifica finale, nella scuola, valutata da una Commissione di docenti dell’Università, che permetterà di acquisire crediti formativi riconoscibili come universitari, fino a 5 CFU e per due anni dal conseguimento del diploma scolastico, in ordine al corso di “Programmazione Procedurale” erogato nell’Offerta Formativa del Corso di Laurea in oggetto.
E’ stato un evento unico in Italia, la “curvatura” del piano di studi di Informatica, condiviso con i docenti universitari, varrà a creare continuità tra Scuola e Università.




 

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