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sommario







pubblicato da
CORBO Antonio
(C270 - LABORATORIO DI ELETTROTECNICA) 
18/10/2014 20:41:21

I nostri alunni meritevoli delle classi 5 quinte al Convegno “Comunicare al tempo di Internet…Il rischio della dipendenza e del cyberullismo

I nostri alunni meritevoli delle classi 5 quinte accompagnati dalla prof.ssa Antonia Camardese, hanno partecipato al Convegno “Comunicare al tempo di Internet…Il rischio della dipendenza e del cyberullismo” c/o la
Biblioteca Nazionale di Potenza in collaborazione con l'Associazione Nazionale per il contrasto della violenza on line "Il cielo nella stanza”. All'incontro ha partecipato il Dott. Federico Tonioni (psichiatra e responsabile dell'ambulatorio per la prevenzione e la cura psicologica Policlinico Gemelli di Roma ). Con le vittime – spiega lo psichiatra Tonioni - il focus di intervento farà riferimento alla capacità del giovane di gestire la propria aggressività, di solito trattenuta, per poter costruire il proprio spazio nel mondo e dotarsi degli strumenti per evitare di rendersi ‘disponibili’ a essere perseguitati. Con i bulli invece il focus dell’intervento farà riferimento alla capacità di diventare empatici, evocando sentimenti di colpa con lo scopo di lavorare sull’affettività”. Il cyberbullismo (violenze psicologiche, insulti, offese e rivelazione di segreti online), è un fenomeno in crescita ovunque: in una ricerca realizzata da Save the Children, si evidenzia come 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo online verso coetanei, percepiti “diversi” per aspetto fisico (67%), per orientamento sessuale (56%) o perché stranieri (43%).
Rovinare una persona su Internet: l'idea è quella di sensibilizzare gli studenti e le persone, su come utilizzare lo straordinario strumento del web, sempre in modo corretto e senza rischi per nessuno; perché si sa: conoscere vuol dire proteggersi.
Il cyberbullismo o ciberbullismo (ossia "bullismo" online) è il termine che indica un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico attuato mediante la rete.
Il termine cyberbullying è stato coniato dall'educatore canadese Bill Belsey. I giuristi anglofoni distinguono di solito tra il cyberbullying (cyberbullismo), che avviene tra minorenni, e il cyberharassment ("cybermolestia") che avviene tra adulti o tra un adulto e un minorenne. Tuttavia nell'uso corrente cyberbullying viene utilizzato indifferentemente per entrambi. Come il bullismo nella vita reale, il cyberbullismo può a volte costituire una violazione del Codice civile, del Codice penale e, per quanto riguarda l'ordinamento italiano, del Codice della Privacy (D.Lgs 196 del 2003).
Oggi il 34% del bullismo è online, in chat, quest'ultimo viene definito cyberbullismo. Pur presentandosi in forma diversa, anche quello su internet è bullismo: far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico. I ''meandri'' del web e i rischi connessi alla navigazione sono gli argomenti che sono stati affrontati nel corso del convegno ''Comunicare al tempo di internet... il rischio della dipendenza e del cyberbullismo''. Il bullismo tra giovani avviene, per esempio, durante la pausa di ricreazione. Fin qui nulla di nuovo. Ma sempre più spesso i soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali usati per diffondere, tramite Internet o cellulare, messaggi, immagini o filmati spregevoli e diffamatori delle). Il cyberbullismo è un fenomeno molto grave perché in pochissimo tempo le vittime possono vedere la propria reputazione danneggiata in una comunità molto ampia, anche perché i contenuti, una volta pubblicati, possono riapparire a più riprese in luoghi diversi. Spesso i genitori e gli insegnanti ne rimangono a lungo all'oscuro, perché non hanno accesso alla comunicazione in rete degli adolescenti.







alcuni studenti dell''I.I.S. Einstein-De Lorenzo presenti al convegno.



pubblicato da
COVIELLO Sergio
(REL - RELIGIONE) 
18/10/2014 17:44:51

Comunicare al tempo di internet...

Il 18 ottobre 2014 si è tenuto presso la Biblioteca Nazionale di Potenza un convegno organizzato dall'Associazione " Il cielo nella stanza" dal titolo "Comunicare al tempo di internet...il rischio della dipendenza e del cyberbullismo".
La nostra Scuola è stata rappresentata dal sottoscritto e da un gruppo di studenti delle classi quinte accompagnati dalla prof.ssa Camardese.
Il relatore principale è stato il prof. F. Tonioni (psichiatra e responsabile dell'Ambulatorio per la prevenzione e la cura psicologica delle vittime del cyberbullismo e malattie da dipendenze da internet del Policlinico "Gemelli" di Roma). Altri interventi sono stati tenuti dal giudice del Tribunale per i minorenni dr. Santomassimo e dal dr. R. Danza, dirigente del Compartimento di Polizia Postale della Basilicata.
Riporto alcuni significativi passaggi della stimolante riflessione del prof. F. Tonioni: ""...La rete ed i social esprimono un'esigenza di comunicazione che aumenta nella misura in cui i ragazzi sono o si sentono soli e non ascoltati... In realtà la dipendenza riguarda più gli adulti; gli adolescenti vivono maggiormente il pericolo di fasi di abuso...La comunicazione emotiva passa per il corpo e non solo per la mente, quindi tutte le dipendenze patologiche sono stati dissociativi...Il digitale ha cambiato il tempo e lo spazio. Le relazioni on line sono senza luogo perchè lo spazio digitale, infinito, è completamente diverso da quello materiale, molto più limitato. Anche il tempo digitale è molto più intenso e si caratterizza per continue sollecitazioni il più delle volte inutili o banali....Avendo solo relazioni on line molti ragazzi sono candidati a divenire psicotici.... Sappiamo che le relazioni online si svolgono tra confini spazio-temporali non convenzionali che rendono la comunicazione e la moltiplicazione dei contatti quasi una scelta obbligata. I concetti di distanza e vicinanza sono stati stravolti a scapito della capacità di separarsi e di stare da soli, così come l'idea del tempo che, in un'epoca multitasking, è vissuto con maggiore intensità, con la riduzione delle attese e di conseguenza della capacità di attendere. Le relazioni digitali, escludendo il corpo fisicamente inteso e quindi la comunicazione non verbale, tendono a favorire pensieri meno inibiti e comportamenti più impulsivi, incrementando l'aggressività e la sessualizzazione nelle relazioni. In chat e social network il potenziale di visibilità e l'assenza degli adulti contribuiscono ad alimentare diffusione e pervasività del fenomeno. Se la dimensione on line può aggravare l'incapacità di relazioni sociali, il sintomo principale diventa il RITIRO SOCIALE! Analizzando il profilo di molti adolescenti sui social si può notare come esso abbia preso il posto dei sogni ad occhi aperti....manca il confronto col mondo reale. Il problema grande è che le immagini date di sè (spesso false e volutamente ingigantite) restano e diventa quasi impossibile recedere da esse. La visibilità è una questione enorme (le immagini postate non spariranno mai dal web!) e pochi sono coscienti di quanto pericoloso sia pubblicare immagini e filmati alla portata di tutti!.... La dipendenza da internet, che è diventata una malattia, esplode soprattutto quando i genitori non parlano con i ragazzi e non li ascoltano davvero, quando cioè non partecipano emotivamente. IL PRIMO BULLO E' IL GENITORE ASSENTE.... Negli episodi di cyberbullismo, che si manifestano quando non c'è via d'uscita dall'aggressività, è molto importante il ruolo degli spettatori (che rinforzano o interrompono il bullo!) e della visibilità (il web diventa un terribile e sconfinato "grande fratello" senza limiti dove è difficile affrancarsi dall'esperienza di vergogna, cioè dalla difficoltà ad avere conforto in una situazione di solitudine estrema o in una brutta figura di fronte a tutti)....
Il fenomeno del cyberbullismo si configura come la maggior fonte di angoscia e preoccupazione per gli adolescenti nativi digitali, arrivando a compromettere il rendimento scolastico e l'evoluzione armonica della personalità, fino allo sviluppo di sentimenti depressivi e di auto-svalutazione correlati ad un rischio suicidario, documentato da recenti fatti di cronaca, o a gravi dinamiche di ritiro sociale. In una ricerca del 2013 realizzata da Save the Children in collaborazione con Ipsos, si evidenzia come 4 minori su 10 sono testimoni di atti di bullismo online verso coetanei, percepiti "diversi" per aspetto fisico (67%), per orientamento sessuale (56%) o perchè stranieri (43%). Il bullismo online viene considerato un pericolo tangibile più pericoloso della droga (55%), del pericolo di subire una molestia da un adulto (44%) o del rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile (24%). La ricerca evidenzia inoltre l'inclinazione sempre più frequente, presente anche nei preadolescenti, a sperimentare attraverso l'uso delle nuove tecnologie una socialità aggressiva, denigratoria, discriminatoria e purtroppo spesso violenta.
Un consiglio ai genitori: ammettiamo anche i nostri errori, evitiamo il muro contro muro con i figli, cerchiamo anche noi di chiedere scuse autentiche per rompere i muri che i nostri figli hanno costruito...e le scuse sono autentiche quando facciamo fatica a chiederle".
Il giudice Santomassimo si è soffermato su alcune considerazioni derivanti dalla sua esperienza lavorativa con i minori e si è anche soffermato sull'impatto che hanno sulle nuove generazioni certi modelli negativi di adulti.
Il dr. R. Danza ha sviluppato il tema del rapporto tra vigilanza e condivisione, puntando sulla responsabilità educativa ( vigilanza e attenzione) dei genitori a livello affettivo e ricordando come molti ragazzi siano adescati in rete da molti malintenzionati e truffatori. Ha ricordato come i mezzi di comunicazione on line spezzano le relazioni e il senso di responsabilità e possono favorire di conseguenza comportamenti aggressivi ed umilianti. A tal proposito ha ricordato come il nostro sistema giuridico consideri reato l'esplosivo fenomeno delle offese, denigrazioni e minacce con immagini pubblicate in rete. Facendo inoltre riferimento alla Direttiva ministeriale n. 104/2007 che vieta l'uso dei cellulari e delle riprese a Scuola, ha ricordato che la presenza di tale norma rischia di essere vanificata se la famiglia si disimpegna dall'educazione al corretto uso dei moderni mezzi tecnologici di comunicazione oltre che dei loro innegabili ed importantissimi vantaggi.
E' seguito un ampio dibattito e le conclusioni sono state affidate a L. Franchini, vice presidente dell'Associazione "Il Cielo nella stanza", associazione nazionale per il contrasto della violenza on line, costituitasi anche a Potenza.




 

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