I colori delle virtù lucane (prof. Arnaldo Ferrara)
pubblicato da FERRARA Annalisa (A050 - MATERIE LETTERARIE) 08/04/2013 22:54:47
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Il vero gusto di uno “Zibaldone di pensieri” lucani. Ed ecco riuniti i nostri virgulti in formazione: tecnici, geometri, professionisti del futuro in un teatro, raccolto come la nostra terra, inedita, ospitale, spesso un’affascinante sconosciuta.
Dino Becagli, autore e attore della rappresentazione, ha avuto la capacità di avvicinare al “ boccascena” tutto l’uditorio.
Un filosofo saggio, un nonno affabulatore, un “grillo” parlante, l’hanno definito i ragazzi nella loro spontaneità.
Ci chiedevamo increduli come fosse riuscito a “rivelare”, su una scena spartana, solo con un repertorio fotografico e pochi effetti speciali, vicende e volti imponenti della nostra terra. Il brigantaggio; l’eccidio nazista di Matera e Rionero; il treno di Balvano; l’emigrazione incessante; Carmine Crocco; Giacinto Albini e tanti illustri lucani: R. Scotellaro, A. Pierro, L. Sinisgalli,
G. Stolfi, M. Parrella, M.Trufelli, V. Riviello.
Tuttavia, gli spettatori sono stati attratti dai personaggi comuni, gli eroi muti, gli umili protagonisti di una storia lontana “dal rimbombo de’ bellici Oricalchi” di manzoniana memoria.
L’epilogo, altresì, è palese denuncia di una Basilicata che non è più “isola felice”, così come era definita un tempo, forse per rimarcare la diversità con quelle confinanti o vicine: Puglia, Campania, Calabria.
La voce di Becagli, che scivola pulita attraverso il diaframma, ci ha permeati di angoscia: ecomafie, silenzi vieppiù omertosi e chissà quant’ altro.
Eccoci approdare in un pessimismo non a caso leopardiano, quello non rinunciatario, anzi, portato a non cedere al destino ed ad affermare contro di esso la dignità dell’uomo.
Carlo Levi in una bella pagina del “Cristo si è fermato ad Eboli”, capolavoro della narrativa neorealista e meridionalista, citava la rassegnazione, quella stessa, “senza speranza di paradiso che curva le schiene sotto i mali della società”.
Non facciamo, dunque, della rassegnazione un alibi di comodo, ma rendiamo fattivo il malcontento. I nostri giovani possono e devono, ora, formare le loro menti, imparare dai corsi e ricorsi storici del buon Vico a non ripetere gli errori del passato. E cosa ancor più immediata possono alimentare la dignità lucana, risanando con lo studio e l’impegno quotidiano “quel grembo troppo spesso scavato dalle piaghe”( M. Parrella ).
Povero sicuramente è quel popolo che non ha storia, ma ancor più misero risulta quello che non la conosce perché non la indaga. "Il vero viaggio di scoperta non è nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (M. Proust)
Classi: IC, ID, IF
Istituto di Istruzione Superiore "Einstein - De Lorenzo" - Potenza
Prof.ssa Annalisa Ferrara
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