pubblicato da COVIELLO Sergio (REL - RELIGIONE) 30/01/2015 10:34:43
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Una riflessione sulla mostra "Vittime e carnefici. Immagini per non dimenticare". Anche quest’anno, grazie alla sensibilità e disponibilità del prof. Vincenzo Bochicchio, è stata allestita dal 27 gennaio nel nostro Istituto, presso la sede di via don Minozzi, la mostra “Vittime e carnefici – Immagini per non dimenticare”, in coincidenza con la Giornata della Memoria della Shoah. Sarà possibile visitarla fino al 7 febbraio p.v. ed è aperta a tutti.
"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario". Credo che in queste poche parole di Primo Levi, tratte da "Se questo è un uomo", si riassuma il significato più vero del Giorno della Memoria.
I pannelli consentono al visitatore di soffermarsi sui vari momenti che hanno caratterizzato l’ascesa al potere di Hitler con la propaganda e le manifestazioni di forza , le prime conseguenze del suo progetto politico con emarginazioni razziali, discriminazioni, assalti, umiliazioni pubbliche, fino al terribile epilogo dei ghetti e dei campi di sterminio. Le ultime immagini mostrano scene di superstiti appena liberati dai campi di sterminio che, pur avendo i profondi e terribili segni di quanto patito, lasciano intravvedere un barlume di speranza e di rinascita. Quegli sguardi, soprattutto l’ultimo che chiude la mostra, osservano, scrutano, inchiodano, il visitatore e sembrano chiedergli: “E tu, di fronte a tutto questo, cosa provi? Sei consapevole di essere chiamato anche tu a prendere posizione, a conoscere quanto successo, a raccontarlo e a gridare con tutta la forza possibile il tuo mai più?”
Ma purtroppo pare che la storia, anche in questo caso, continui a non essere davvero maestra, se è vero come è vero che ancora oggi continuiamo a fare i conti con orribili crimini spesso a sfondo etnico, genocidi, persecuzioni, deportazioni, emarginazioni e discriminazioni per motivi religiosi, razziali, politici, economici.
Scriveva san Giovanni Paolo II nel suo libro Memoria e Identità che “la reale dimensione del male che imperversava in Europa non fu percepita da tutti, neppure da quelli tra noi che stavano al centro stesso di quel vortice. Vivevamo sprofondati in una grande eruzione di male e soltanto gradualmente cominciammo a renderci conto della sua reale entità”. Si percepisce ancora oggi questo disorientamento e questa scarsa attenzione al valore della vita umana di fronte a continui attacchi ed offese alla sua dignità, spesso ignorati o sottovalutati o addirittura giustificati e presentati come un diritto o come espressione della libertà individuale o addirittura, come nel caso del fondamentalismo islamico, ritenuti come coerente traduzione della volontà di Dio. Quale abominio! Com’è possibile celebrare la memoria della Shoah e accettare che tredici bambini vengano uccisi a Mosul soltanto perché vedevano per tv una partita di calcio? O sapere che la vita umana è ridotta a merce acquistabile attraverso gli uteri surrogati? O assistere spesso indifferenti o rassegnati a migliaia di persone sgozzate, crocifisse, massacrate, all’esodo di milioni di persone dall’Iraq e dalla Siria o alle stragi continue in Nigeria o in Ucraina? O il genocidio dei curdi ad opera dell’ex regime iracheno o le guerre etniche nell’ex Jugoslavia negli anni ’90? O la tragedia delle Foibe soltanto da pochi anni riammessa nel politicamente corretto? O lo sterminio in Ruanda tra Hutu e Tutsi? O l’irrisolta condizione di sofferenza del popolo palestinese pur nella legittima considerazione dell’esigenza di sicurezza e di riconoscimento di Israele e nella netta condanna del terrorismo? Com’è possibile celebrare e onorare i milioni di vittime della Shoah se ancora oggi l’antisemitismo e ideologie razziste suscitano interesse, proseliti, violenze e attentati? Se ancora oggi migliaia di profughi disperati muoiono in mare per sfuggire a guerre, miseria e persecuzioni? Se per qualche migliaio di euro da intascare dalle assicurazioni, madri senza scrupolo accettano di abortire fingendo falsi incidenti? Se, come dice papa Francesco, siamo vittime di una cultura dello scarto che elimina tutto ciò che non appare utile o sano? Quanto vale la vita umana? Sempre san Giovanni Paolo II scriveva nel suo ultimo libro, “Se l’uomo può decidere da solo, senza Dio, ciò che è buono e ciò che è cattivo,, egli può anche disporre che un gruppo di uomini debba essere annientato. Decisioni di questo genere furono prese dal Terzo Reich da persone che, avendo raggiunto il potere per vie democratiche, se ne servirono per portare in atto i perversi programmi dell’ideologia nazionalsocialista, che si ispirava a presupposti razzisti…. Perché accade tutto questo? … La risposta è semplice: questo avviene perché è stato respinto Dio quale Creatore, e perciò quale fonte della determinazione di ciò che è bene e di ciò che è male”. So bene che questa chiave di lettura può non essere da tutti condivisa, ma credo fermamente nella necessità di un forte impegno educativo, a partire dalle famiglie e dalla Scuola, finalizzato a porre in primo piano la centralità e la dignità della persona umana, elemento imprescindibile per poter dire tutti insieme, davvero “MAI PIU’”.
Sergio Coviello
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