pubblicato da PORRETTI Maria Grazia (A012 - Discipline letterarie negli istituti di istr 13/12/2019 21:06:06
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Giacomo Leopardi: un viaggiatore in cerca di “Infinito” Un incontro interessante a cui abbiamo partecipato recentemente, è stata la celebrazione del bicentenario de l’Infinito di Giacomo Leopardi organizzata dalla D.Alighieri, e tenutasi nel palazzo della Cultura a Potenza. Per la verità noi l’anno scorso, abbiamo partecipato ad un concorso proprio riflettendo sull’Infinito di Giacomo Leopardi, bellissimo Canto, e nella nostra osservazioni, abbiamo espresso il personale pensiero sul concetto di “Infinito” che abbiamo presentato all’evento dopo che la Presidente della Società D. Alighieri e gli altri relatori avevano concluso i loro interventi. Dopo 200 anni dalla composizione di questa poesia oggi, ancora, viene ricordata e onorata ma anche interpretata. Leopardi compose questa poesia perché cercava l’infinito dentro di sé, essa fu scritta nell’anno orribilis per lui perché aveva, da tempo, problemi gravi fisici ma poi si riprese e l’anno divenne molto favorevole e costruttivo perché creò l’Infinito, questo fa capire che anche con molti problemi si può fare tesoro delle proprie qualità e capacità. L’ha scritta in un paese, Recanati dove la cultura era bigotta e chiusa, nonostante ciò lui cercava di acculturarsi sempre di più perché la cultura rende liberi. La poesia è piena di straordinaria modernità, è ciò che ha affermato il prof. V. Telesca, docente di storia e filosofia, che ha definito l’autore un viaggiatore immobile, perché riuscì ad immaginarsi cosa ci fosse dietro quella “siepe” tramite la sua immaginazione. La poesia è in paratassi (linea orizzontale) composta da 15 versi e per 13 volte c’è la presenza di E che dà un senso di attesa, ha affermato la prof.ssa A.Maria Basso, l’infinito è il punto che ognuno di noi deve avere. Nella poesia la parola siepe rappresenta l’ostacolo che non ci fa guardare oltre. Se non ci fosse la siepe non ci sarebbe neanche l’infinito, quindi le parole - infinito e siepe - sono unite nella poesia. Viene considerata anche la paura di ciò che il poeta non conosce, sentimento che viene anche evidenziato dal poeta. Leopardi non ha mai trasmesso pessimismo, se la lettura e la comprensione non vengono fatte in modo approssimato, dietro di essa ci sono tantissimi significati nascosti. Leopardi era un docente di sé stesso perché riuscì a tradurre il greco da solo, poi ha avuto la fortuna di vivere in una biblioteca, e questo lo ha sostenuto un altro poeta presente tra i relatori come la Basso, F. Marano.
Questo incontro è stato molto utile per capire anche le riflessioni che altri interpreti fanno del famoso testo leopardiano o comprendere meglio alcune parti oscure della poesia. Il concetto di Infinito porta a vedere oltre l’apparenza che richiede una riflessione profonda e realizza una proiezione della mente umana. Come ci vuol far capire Leopardi, ognuno di noi deve scoprire i propri limiti e deve cercare, dentro di sé, il proprio infinito. Esso è una cosa imprevedibile, ma nel nostro immaginario deve aprire scenari sempre positivi. La poesia ci ha lasciato un senso di amore verso la natura ma anche di paura di “un vago avvenire”. Inoltre ci ha sorpreso per la forte modernità presente in essa perchè Leopardi, con le sue originali considerazioni delle possibilità umane e sul futuro dell’uomo, ci ha fatto capire che nonostante la vita ci riservi ostacoli e preoccupazioni, non dobbiamo mai arrenderci ma lottare con coraggio e convinzione se vogliamo provare felicità.
Laginestra G. – Langone V. – Stolfi G.P.
Classe 2 A
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